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QUATTRO GIORNI A PALERMO: giorno 1

Palermo è una città allegra, accogliente e coinvolgente. Una meta perfetta per un weekend lungo o come tappa di un tour più ampio della Sicilia. Il suo clima festoso fa sentire a casa e la sua bellezza affascina.

Ho scelto di passare quattro giorni in questa citta, un tempo perfetto per esplorarla con calma e a ritmo lento.

Ecco il mio itinerario dettagliato, iniziando da giorno 1.

Partita la mattina presto con volo da Milano Malpensa, arrivo all'Aeroporto Falcone Borsellino di Palermo dopo aver ammirato dal finestrino la bellezza del tratto di costa che circonda questa zona.

PALERMO

Per spostarmi in città prendo uno dei bus di Prestia e Comandè, servizio che in 30 minuti collega l'aeroporto a diversi punti del centro di Palermo. Un modo semplice ed economico per spostarsi, con i biglietti che si possono acquistare online o direttamente alla biglietteria dell'aeroporto. 

Alloggio al B&B Hotel Palermo Quattro Canti, una sistemazione basic ma confortevole, in un'ottima posizione per visitare la città sia di giorno che di sera.

Dopo aver effettuato il check in, inizio subito ad esplorare la città. Prima tappa i Quattro Canti, la piazza che nasce dall’incrocio tra le due strade centrali di Palermo: Via Maqueda e Corso Vittorio Emanuele. Ha una forma ottagonale ed è impreziosita da sculture e decorazioni sulle facciate dei quattro palazzi ai lati della piazza.

QUATTRO CANTI

Proseguo la mia passeggiata in Via Maqueda, una delle strade più importanti e storiche di Palermo, che prende il nome dal duca di Maqueda, Bernardino de Cárdenas y Portugal, Viceré di Sicilia dal 1598 al 1601.

Questa via è ricca di locali e negozi ed è meta per i turisti sia di giorno che di sera.

Per immergermi completamente nell'atmosfera palermitana, inizio ad assaporare una delle specialità locali: da Cannolissimo prendo un bel cannolo siciliano con ricotta, cioccolato e pistacchi... senza glutine ovviamente!

Qui i miei consigli per mangiare senza glutine a Palermo.

CANNOLISSIMO
VIA MAQUEDA

Proprio qui si trova l'imponente Fontana Pretoria, realizzata nel 1554 dallo scultore toscano Francesco Camilliani e collocata inizialmente in una villa fiorentina. Solo in un secondo momento fu acquistata dal Senato palermitano ed arrivò a Palermo smontata e poi ricomposta in Piazza Pretoria, in maniera diversa rispetto al disegno originario.

FONTANA PRETORIA

Accanto a Piazza Pretoria si trova Piazza Bellini: qui, in posizione sopraelevata rispetto al piano della piazza, si trovano la Chiesa Santa Maria dell'Ammiraglio e la Chiesa di San Cataldo.

La Chiesa Santa Maria dell'Ammiraglio, detta Martorana, è una rappresentazione dello stile arabo-normanno e fu edificata nel 1143 da Giorgio di Antiochia, ammiraglio di re Ruggero II.

La  Chiesa di San Cataldo fu costruita nel 1154 sotto il regno di Guglielmo I per volere di Majone da Bari, Grande Ammiraglio del re normanno. Inizialmente era la cappella di un sontuoso palazzo, oggi non più esistente. Anch'esso esempio dell'architettura araba, con le tipiche cupole rosse che la sovrastano.

Entrambe le costruzioni possono essere ammirate gratuitamente dall'esterno, ma è possibile acquistare un biglietto per accedere anche alle aree interne.

CHIESA SANTA MARIA DELL'AMMIRAGLIO
CHIESA DI SAN CATALDO
CHIESA DI SAN CATALDO

Dalla parte opposta di Piazza Bellini si trova la Chiesa e Monastero di Santa Caterina d’Alessandria, aperto al pubblico dal 2017, con accesso a pagamento acquistabile all'ingresso.

La chiesa è un vero tripudio dello stile barocco, con dettagli rococò. L'elemento che cattura di più l'attenzione è la ricchezza dei marmi e delle decorazioni con scene della Bibbia, statue di angeli e di santi, affreschi.

CHIESA DI SANTA CATERINA D'ALESSANDRIA
CHIESA DI SANTA CATERINA D'ALESSANDRIA
CHIESA DI SANTA CATERINA D'ALESSANDRIA

Da una porta laterale accanto all’altare maggiore si accede al monastero, che dal 1311 fino al 2014 ha accolto suore di clausura dell'ordine domenicano.

Il chiostro, su cui si affacciano le antiche celle delle monache, è un luogo tranquillo, lontano dal caos della città. Conserva il fascino di un tempo, con la sua fontana marmorea, piante, pavimenti in maiolica.

Proseguendo il giro al piano superiore, si possono visitare alcune celle delle monache, altre sale dove si svolgeva la vita delle religiose e la zona del coro della chiesa, da cui le monache assistevano alle funzioni.

MONASTERO DI SANTA CATERINA D'ALESSANDRIA
MONASTERO DI SANTA CATERINA D'ALESSANDRIA
MONASTERO DI SANTA CATERINA D'ALESSANDRIA
MONASTERO DI SANTA CATERINA D'ALESSANDRIA

Si continua poi salendo una stretta scala che porta alla base della cupola, di cui si costeggia la volta a botte della navata, sovrastata da imponenti capriate.

MONASTERO DI SANTA CATERINA D'ALESSANDRIA

Da qui si può raggiungere le terrazze del monastero, che offrono una vista panoramica sulla città di Palermo, con le cupole delle sue chiese principali e una vista privilegiata su Piazza Pretoria, proprio sotto alla terrazza.

MONASTERO DI SANTA CATERINA D'ALESSANDRIA
MONASTERO DI SANTA CATERINA D'ALESSANDRIA
MONASTERO DI SANTA CATERINA D'ALESSANDRIA
MONASTERO DI SANTA CATERINA D'ALESSANDRIA

All'interno del monastero si trova la "Dolceria", un progetto di riscoperta e valorizzazione delle antiche tradizioni della pasticceria conventuale. Un tempo questo era il luogo preposto alla realizzazione di biscotti, pasticciotti ripieni, frittelle, conserve e altro (purtroppo nulla disponibile senza glutine). La vendita di questi dolci rappresentava una fonte di reddito importante per il monastero. Ora la produzione e la vendita di questi dolci continua, l’ingresso è gratuito ed è possibile anche per chi non acquista il biglietto per la visita del monastero.

DOLCERIA DI SANTA CATERINA

Dopo un gustoso pranzo all'Osteria Ballarò (qui i miei consigli per mangiare senza glutine a Palermo), nel pomeriggio mi dirigo verso il mercato di Ballarò, il più grande, antico e colorato della città.

La sua origine risale al X secolo, periodo della dominazione araba in Sicilia. Il nome deriva dalla sua denominazione araba di Suq Al-Balhara, tradotto nell’attuale Ballarò.

MERCATO DI BALLARO'

Delimitato da Via Maqueda e e Corso Tukory, questo chiassoso mercato si compone di un numero infinito di bancarelle che offrono cibo di ogni genere, dove regna la tradizione culinaria palermitana, con i suoi fritti e le sue specialità saporite, da portar via o da mangiare direttamente nei vari chioschi tra i vicoli di questo luogo pittoresco.

MERCATO DI BALLARO'
MERCATO DI BALLARO'
MERCATO DI BALLARO'

Decido poi di spostarmi verso il mare, percorrendo Corso Vittorio Emanuele e imbattendomi nel piccolo Vicolo Visita Poveri, anticamente conosciuto come via dei “Berrettonai”, in quanto vi si vendevano berretti di lana. Ora questa stradina è famosa perché è stata arricchita di frasi e citazioni celebri.

VICOLO VISITA POVERI
VICOLO VISITA POVERI

La mia passeggiata si conclude al porto, recentemente rinnovato e arricchito con una passeggiata panoramica e un vivace polo commerciale con ristoranti e negozi. 

PORTO DI PALERMO
PORTO DI PALERMO
PORTO DI PALERMO

Per cena torno in via Maqueda, da Timilia, una piccolissima pizzeria che propone ottime pizze, anche senza glutine. 

Qui i miei consigli per mangiare senza glutine a Palermo.

TIMILIA

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